Pornhub e libertà dell'informazione

Pornhub e libertà dell’informazione

La liberazione dai preconcetti e dai pregiudizi deve molto all’industria e agli artisti della pornografia.

Nell’Era Digitale parte della libertà di informazione e di espressione passa attraverso le grandi piattaforme che forniscono ogni giorno non solo divertimento, intrattenimento e sollazzo, ma anche e soprattutto la possibilità di affrancarsi dai pregiudizi verso se stessi, fosse anche solamente per pochi minuti.

Lo scorso gennaio è stata data la notizia secondo cui Pornhub, il noto portale di video pornografici, avrebbe sviluppato un suo sito mirror nel Dark Web, più precisamente all’indirizzo Onion [http://pornhubthbh7ap3u.onion/], unicamente accessibile tramite il browser Tor o simili, di fatto seguendo la scia di piattaforme più insospettabili come il New York Times, BBC News e Facebook (sì esatto, anche Facebook nel Dark Web, in nome della privacy…).

La privacy dei propri utenti in primo piano

La piattaforma non è nuova a questo genere di strategie. Infatti già nel 2017 aveva spostato i suoi siti sotto HTTPS, in questo modo gli operatori telefonici (e tutti coloro in grado di intromettersi tra te e il sito) potevano vedere che stavi accedendo al portale, ma non potevano vedere che cosa stavi navigando al suo interno.

Se questa mossa vi può sembrare banale, dal momento che ormai tutti i siti che si rispettino sono passati da HTTP a HTTPS (complice anche la penalizzazione nel ranking di Google), nel 2018 Pornhub ha lanciato il suo VPN, ossia una connessione che vuole essere protetta da sguardi indiscreti (anche governativi oppure dalle sbirciatine del tuo boss).

Una mossa audace verso la protezione di quegli orientamenti sessuali a tuttoggi perseguitati in alcuni Paesi del Mondo.

Un provvedimento, quindi, che dichiara aperta la guerra a tutti quei contesti in cui navigare su un sito di materiale pornografico può penalizzare l’utente, oppure creargli problemi ben peggiori, come in quei Paesi in cui accedere a queste piattaforme è addirittura illegale.

Ma la guerra dichiarata contro la censura e a favore della privacy degli utenti di Pornhub è andata avanti offrendo la possibilità di ricevere e inviare pagamenti in criptovalute.

In questo modo i professionisti e le professioniste presenti sul sito possono ricevere compensi rimanendo nell’anonimato, e i suoi utenti possono sostenere i loro beniamini e le loro beniamine senza rischiare strane sorprese sui loro conti correnti…e gli sguardi indiscreti di Governi, datori di lavoro, partner.

Questo è avvenuto anche in risposta a PayPal che ad un certo punto ha interrotto il supporto ai portali di Pornhub.

Non solamente una soluzione commerciale, ma anche una rivoluzione di pensiero

Non siamo bambini né nati ieri, per cui ci appare evidente una strategia volta a conquistare anche gli utenti che per vari motivi non potevano manifestare apertamente i loro desideri e, di conseguenza, i loro orientamenti.

Sappiamo anche benissimo che grazie a questo rinforzo di privacy più utenti si sentiranno liberi di spendere sulla piattaforma.

Pensiamo ad esempio a chi utilizza connessioni monitorate da terzi, oppure chi vive in Paesi in cui l’orientamento sessuale viene represso attraverso metodi e soluzioni più o meno pesanti per l’utente.

Infatti, come si legge nel comunicato stampa del sito, “The move serves to bolster user privacy, ensure network security, and alleviate concerns about browsing habits among LGBT users whose preferences remain criminalized in certain countries”, ossia si dichiara che questi provvedimenti sono stati presi tendendo una mano a quella parte di comunità LGBT che, per un motivo o per un altro, rischia anche solamente a navigare tra i contenuti dedicati al proprio orientamento o fantasia sessuale.

La rivoluzione culturale è insita nella pornografia

Un intento che affonda le radici nelle origini del porno, nato per scandalizzare, spiazzare, e quindi scardinare i preconcetti e i pregiudizi dell’epoca, entrando di fatto nei movimenti culturali volti a liberare le persone dalle maglie delle abitudini dettate dalla Società, e che ha dato una spinta alle rivoluzioni che hanno portato all’emancipazione dei generi e alla libera espressione di chi non segue il “modus vivendi normale”, arrivando addirittura a mettere in discussione il concetto stesso di Cultura dominante e di pensiero mainstream.

Per cui di fronte a provvedimenti come questi non possiamo non analizzare come la liberazione dai preconcetti e dai pregiudizi culturali passi anche attraverso la pornografia e all’onda d’urto che questa inevitabilmente genera nella Società.

Certo, la vera libertà dei costumi è ancora lontana dall’essere raggiunta, e rimangono sacche di pregiudizio e discriminazione molto profonde.

C’è ancora tanta strada da fare: chissà che cosa ci riserveranno le piattaforme di materiale pornografico per la prossima rivoluzione culturale?

Intanto Pornhub ha annunciato che fornirà agli italiani in quarantena per il Coronavirus l’accesso alla versione Premium del sito, gratuitamente e senza richiesta del numero di carta di credito, e ha destinato dei fondi per fornire un aiuto economico in questo periodo di emergenza sanitaria. Ha inoltre dedicato una sezione del suo portale al Covid-19, con contenuti pornografici “di attualità”.