Siamo come un’auto full optional, abbiamo in noi molti strumenti in dotazione, regalo della natura e dell’evoluzione, tra cui anche un distributore incorporato di desiderio, la nostra biochimica; poi, se il nostro sistema endocrino non basta, possiamo lasciarci sedurre da innumerevoli altri stimoli interni ed esterni per attivare la nostra risposta sessuale.
Dentro di noi, oltre agli stimoli biologici, troviamo un carburante molto colorato, fatto di pensieri (ricordi di eventi eccitanti, anticipazione di situazioni attese) e fantasie.
La fantasia è una fonte di desiderio ed eccitazione inesauribile, dato che l’immaginazione non ha confini ed è, pertanto, potenzialmente illimitata. Talvolta svolge la sua funzione anche senza che vi sia la necessità di metterla in atto, è sufficiente così, una semplice scintilla come altre. Altre volte è una fantasia realizzabile, oppure condivisibile, ma questo interessa più il contagiri del sesso, che l’avviamento.
Avere fame (biologia, ormoni) e immaginarsi un bel pranzetto (pensieri, fantasie) non è tutto, però. A volte capita anche di passare di fronte a un ristorante e sentire un buon odore di cibo, di leggere un libro o vedere la scena di un film che stuzzica il nostro appetito, insomma, che qualcosa colpisca i nostri sensi. Si tratta degli stimoli esterni (sentire, leggere, vedere qualcosa di eccitante, sentire un profumo, ricevere o dare carezze piacevoli al tatto, ecc.): questi, da soli o in associazione a quelli interni, possono innescare o far crescere il desiderio sessuale.
I segnali esterni che attivano il desiderio possono essere o no interpersonali, possono essere di tipo percettivo oppure semantico.
Gli altri possono mandarci messaggi di tipo squisitamente sessuale, molto chiari, o più o meno “subliminali”, ma facilmente recepibili, con maggiore o minore consapevolezza: segnali di seduzione, corteggiamento, disponibilità al contatto.
Sono molte, dunque, le fonti del desiderio, e possono agire individualmente oppure anche tutte insieme.
Il desiderio però non è uguale per tutti e in ogni momento. Esistono quote di desiderio differenti, tra persone diverse o nella stessa persona, in periodi diversi della vita. Non comportiamoci come un rapinatore di fronte a una cassaforte: il desiderio non va forzato. Quando si è in coppia, è importante sapere che l’altro può avere più o meno voglia, e che il desiderio va usato bene, senza egoismi e pretese.
Esiste un’etica della sessualità: si passa dal desiderio alle fasi successive solo se entrambi i partner stanno giocando la stessa partita, magari con quote di energia diverse, e in parte “trasferibili”, ma se si può provare a stimolare l’altro a giocare, non si deve mai obbligarlo, con pretese o ricatti, a partecipare a nessun torneo. Al limite, si può provare a passargli la palla, e vedere se la tira fuori campo o si mette a correre verso la porta.
Apprendere e insegnare questa etica, significa fare prevenzione e investire sul benessere sessuale nostro e delle altre persone. Perché c’è una cosa che può vincere sulla biologia e su tutti gli stimoli interni ed esterni al desiderio: le esperienze relazionali negative. Ogni forzatura, ogni volta che si entra nel sistema dei diritti e doveri nella coppia, si toglie un mattoncino dall’edificio della salute psicologica, sessuale e relazionale.
Prendiamoci cura di noi, della coppia e del desiderio.