“Mentre crescevo non sentii descrivere il corpo con termini appropriati, e men che meno pronunciati con orgoglio. Per esempio, non venne mai fatto accenno alla parola “clitoride”.
Mi ci vollero anni prima di apprendere che le donne posseggono l’unico organo del corpo umano che non ha altra funzione se non quella di provare piacere”.
Eve Ensler, I monologhi della vagina, 1996
Se ci si occupa di educare alla sessualità e all’affettività gli adolescenti o di clinica in ambito sessuologico non è raro incontrare ragazzi ma anche adulti, di entrambi i sessi, ancora molto confusi sull’anatomia e il piacere femminile.
Clitoridi sparsi
Il clitoride viene localizzato un po’ ovunque: all’ingresso della vagina, in vagina, addirittura nell’utero. Il film pornografico cult “Gola Profonda” del 1972 lo posizionava persino in gola, ma la scelta in quel caso era narrativa ed intenzionale, al fine di celebrare la fellatio. La protagonista di “Deep Throat” era infatti una donna che a causa di questo singolare scherzo anatomico poteva avere un orgasmo solo attraverso i rapporti orali, per la gioia dei suoi partner sessuali.
Mettiamo però da parte le fantasie erotiche maschili eterosessuali e diamo qualche coordinata per porre fine a questi improbabili avvistamenti.
Dove si trova il clitoride
Apriamo la mappa intera, prima di trovare la destinazione. Il clitoride si trova nel territorio della vulva, cioè la parte esterna dei genitali femminili, che ha come confini il pube in alto, l’ano in basso e l’attaccatura delle cosce ai lati. Insomma, la vulva è quella parte che se la donna non fa una ceretta totale è generalmente ricoperta per la maggior parte da peli.
La vulva è “divisa a metà” da un taglio perpendicolare caratterizzato ai lati da due parti di tessuto, chiamate grandi labbra. Più all’interno della fenditura si può notare invece una parte più sensibile, non ricoperta di pelle e peli ma di mucosa, in cui si possono identificare delle pieghe di tessuto chiamate piccole labbra. I nomi “grandi e piccole labbra” non devono essere riferiti ad una differenza di dimensioni netta e sempre presente allo stesso modo, dato che queste parti anatomiche sono variabili da donna a donna, ma a termini puramente convenzionali.
Le piccole labbra si uniscono nella parte alta a formare un cappuccio o prepuzio, che ricopre la punta del clitoride (o glande), la parte più sensibile dei genitali femminili. Se si vuole identificare la parte da stimolare per ottenere l’eccitazione e l’orgasmo nella donna, possiamo dunque dire che il clitoride si trova nel punto di congiunzione delle piccole labbra. In fondo ci interessa sapere che cosa si usa per il piacere e come lo si usa. Gli aspetti anatomici slegati dalla pratica e dalla dimensione del piacere incuriosiscono meno. Però dobbiamo sapere che quel piccolo punto non è tutto e sotto c’è molto di più.
Come è fatto
I genitali maschili e femminili sono molto più simili di quanto si possa pensare. Il motivo per cui la somiglianza tra l’anatomia maschile e quella femminile non viene percepita è che la parte visibile del clitoride è la punta, ma proprio come per gli iceberg è la parte “sommersa” o nascosta quella più grande. Il clitoride è dotato, come il pene, di un’asta e come abbiamo appena visto di un glande (conosciuto come “cappella” nel linguaggio popolare) e di un prepuzio (la pelle che lo ricopre quando è “a riposo”) e proprio come il pene è un organo erettile, dotato di corpi cavernosi. I corpi cavernosi, se vedessimo il clitoride come un albero, sarebbero le sue radici, che si uniscono a formarne il corpo.
Quali sono le sue caratteristiche
Come abbiamo visto, il clitoride è la parte più sensibile dei genitali femminili. Non è sufficiente, però, stimolarlo, per produrre piacere. Infatti la sua stimolazione deve essere adeguata alla donna che la riceve e il piacere dipende non solo dalle sensazioni ma anche dai pensieri e dalle emozioni che la persona prova prima e durante l’esperienza.
In una donna sana, una stimolazione adeguata e sufficientemente prolungata del clitoride, in assenza di pensieri ed emozioni disturbanti (che possono essere causati da motivi molto diversi tra loro e quando presenti vanno indagati con l’aiuto di uno specialista), porta sempre al raggiungimento dell’orgasmo.
“Ogni volta che si discutono l’orgasmo e la frigidità femminile, si fa una falsa distinzione tra l’orgasmo vaginale e quello clitorideo. La frigidità è stata generalmente definita dagli uomini come l’incapacità della donna di raggiungere un orgasmo vaginale. In realtà la vagina non è una parte molto sensibile e non è fatta per raggiungere l’orgasmo. Al centro della sensibilità è il clitoride, che è l’equivalente femminile del pene”.
Anne Koedt, Il mito dell’orgasmo vaginale, 1970
Dal mito dell’orgasmo vaginale femminista al mito del doppio orgasmo
Per molto tempo si è parlato di orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo. Attualmente è appurato che esiste un solo orgasmo, raggiungibile attraverso due tipi di stimolazioni diverse e che l’orgasmo prodotto attraverso la stimolazione vaginale coinvolge comunque la stimolazione indiretta del clitoride. Mentre tutte le donne raggiungono l’orgasmo qualora vi siano le condizioni ottimali descritte nel paragrafo precedente, molte donne non riescono a ottenerlo attraverso la sola stimolazione vaginale. Questa è una delle normali manifestazioni della variabilità umana.
Diamogli il nome giusto
C’è un’ultima domanda che spesso mi viene rivolta quando si parla di clitoride. Si dice “il clitoride” o “la clitoride”? In questo articolo ho utilizzato il termine solo al maschile, primo perché questo è l’uso più comune, e secondo per non lasciare che questa risposta dovesse essere intuita dai miei lettori, ma trovasse il giusto spazio.
In realtà è sufficiente prendere un dizionario e cercare la definizione del termine per notare che clitoride è allo stesso tempo un sostantivo femminile (s.f.) e maschile (s.m.). Quindi la risposta è: potete utilizzare entrambe le espressioni.