Le parole contano, per questo è importante, quando si vuole trattare un argomento, partire dal loro significato convenzionale per poi andare oltre, superare i limiti dati dalle etichette e dalle categorizzazioni. Quella che sto facendo è un’introduzione, ad esempio, cioè un momento propedeutico e preparatorio, una parte iniziale attraverso cui avvicinarsi al tema da trattare.
I preliminari sono simili a un’introduzione, secondo la definizione dei dizionari, in quanto hanno funzione di premessa o preparazione a qualcos’altro, introducono, appunto, a qualcosa di successivo. Nell’ambito della sessualità sono intesi come forme di intimità fisica atte a suscitare l’eccitazione e a preparare al rapporto completo o altre pratiche finalizzate al raggiungimento dell’orgasmo. In questo senso il bacio è la prima forma di preliminare sessuale, seguono poi, se vogliamo rispettare la propedeuticità, le carezze intime, la masturbazione reciproca, il sesso orale.
Vi sembra un po’ meccanico scomporre l’atto sessuale in fasi così definite? Eppure è ciò che accade spesso nella quotidianità delle relazioni: se si bacia il partner in modo appassionato, poi si dovrà arrivare per forza alla fine della sequenza e avere un rapporto completo, perché lui/lei se lo aspetta e perché non si può provocare l’altro e poi smettere. Così a volte si finisce per non baciare più; sì, magari un bacio “a stampo” prima di uscire di casa per andare a lavorare o per augurarsi la buona notte ma niente di più. Eppure, all’inizio della storia con l’altro il bacio appassionato aveva valore di per sé, dava emozioni, aveva un significato affettivo oltre che sessuale. Derubricato a preliminare.
E quelle carezze rubate sotto il tavolo, sui sedili di un’auto o sotto le coperte, così piacevoli, così intime? Derubricate a preliminari. O si arriva al sodo, oppure non hanno senso, sono come una frase incompleta.
Proviamo a pensarla in un altro modo: il bacio, le carezze, possono essere dei preliminari quando accendono il desiderio e l’eccitazione e fanno venire voglia di qualcosa di più o quando sono il campo di esplorazione della sessualità, il modo per conoscersi e conoscere l’altro. Questi sono gli unici due casi in cui questi gesti di intimità vengono prima di qualcosa, sono propedeutici. Ma il loro valore semantico va oltre a questo.
Immaginiamo di andare al ristorante e di pensare che ogni volta che entriamo e ci sediamo a tavola dobbiamo per forza ordinare dall’antipasto al digestivo, indipendentemente dalla nostra fame. Pensiamo invece di sederci, di ordinare l’antipasto e lasciare che sia il nostro appetito a guidarci. A volte l’antipasto ci stuzzica, ci fa venir voglia di ordinare anche il primo, altre volte è sufficiente ad appagarci (Nota: questa metafora è tratta da una lezione del Prof.Fabio Veglia – Università di Torino).
Il sesso è la stessa cosa: un bacio, una carezza, possono essere l’inizio di un gioco più lungo, ma anche un piacere per se stessi, con un significato indipendente da ciò che può o non può avvenire dopo. È importante all’interno della coppia che ciascuno dei suoi membri possa concludere la sequenza in qualsiasi momento. Un bacio non è l’innesco di una catena di eventi inarrestabile; una carezza non è la tessera di un domino che cade e fa cadere tutte le altre tessere. “Se non vuoi mangiare tutti i piatti del menu digiuna” pare una soluzione un po’ estrema da adottare, non credete? Ogni piatto sul menu della sessualità è importante e ha valore, al di là di qualunque definizione o sequenza preordinata.