“Coito” è la parola scientifica che indica l’“amplesso”, meglio conosciuto come “rapporto sessuale completo” o con altri termini più coloriti dell’archivio della lingua parlata popolare o volgare.
Il primo coito
Alla cosiddetta “prima volta” è stato sempre attribuito un mondo di profondi significati ma, benché molte persone possano ricercare questa prima esperienza all’interno di una relazione affettiva, molti primi rapporti completi si sono consumati e si consumano durante relazioni brevi o occasionali, perché non tutti attribuiscono a questo atto lo stesso valore o perché spinti dall’urgenza dell’età o dalla occasione da non farsi scappare.
Non esiste una età massima oltre la quale ci si deve ritenere sbagliati o non normali se non si ha ancora fatto questa esperienza; se a 20 anni non si è ancora imparato a parlare e a scrivere forse qualcosa non va, ma se a 30 non si è ancora fatto l’amore può essere perché non ci si è ancora sentiti pronti, non si ha avuto l’occasione giusta o si sono seguiti dei valori personali fondamentali.
Solo se la causa è legata a difficoltà a mettersi in relazione, a insicurezza o bassa autostima, a una educazione rigida, a esperienze traumatiche di avvicinamento alla sessualità, allora è importante prendersi cura delle proprie difficoltà e sofferenze; negli altri casi siamo solo di fronte a medie, statistiche, stereotipi inutili.
In genere il primo rapporto completo, se avviene nell’ambito di una relazione seria o duratura, viene esperito come più piacevole: meno ansia, meno sensi di colpa, più fiducia.
Molto spesso il piacere della prima esperienza è più legato agli aspetti affettivi che a quelli fisici: non ci si conosce ancora bene, l’emozione è forte, ci sono alcune insicurezze legate alla paura di non farcela o di provare dolore. Anche la sessualità si impara, e può diventare quindi più piacevole e spontanea nel corso del tempo.
Essere pronti
Essere pronti è una regola che vale per il primo come per tutti i successivi amplessi: può accadere che la passione sia così forte da parte di entrambi i partner sessuali da poter prendere delle scorciatoie per arrivare subito alla “meta”. Ma la sessualità non è sempre un interruttore on – off e se uno dei due partecipanti all’esperienza è meno pronto dell’altro o se entrambi non sono ancora sufficientemente eccitati, è bene dedicare un tempo adeguato al piacere delle carezze.
Fare centro
Gli uomini e le donne, come abbiamo visto, non hanno in dotazione un interruttore on – off che permette di passare sempre e subito al sodo con facilità senza grandi fasi di preparazione; allo stesso modo gli uomini non hanno sotto l’ombelico dei siluri guidati dalla loro testa autocercante. Meglio usare le mani per orientarsi e “centrare il bersaglio”.
Il coito interrotto
Interrompere il coito consiste nell’estrarre il pene poco prima dell’eiaculazione, per far sì che lo sperma venga emesso all’esterno della vagina. Il coitus interruptus non è, ripeto, non è, una strategia anticoncezionale sicura, benché forse la più diffusa. Non solo non evita le gravidanze indesiderate, ma ovviamente non è un metodo contraccettivo che protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Inoltre questa pratica può causare ansia nella coppia e produrre di conseguenza problemi nella sessualità.
Frequenze
Quante volte è giusto farlo? Ogni volta che entrambi hanno voglia. Non esiste una frequenza giusta, normale, prestabilita, e non esiste solo il rapporto completo: il piacere della sessualità è fatto di molte cose oltre alla penetrazione. Il gioco può spingersi a diversi livelli e non deve forzatamente essere completato ogni volta. Coito ergo sum, è solo il titolo di una canzone.